Agrigento, processo “Nuova cupola”: il col. Leotta racconta delle indagini sull’omicidio Tolentino

Nell’aula bunker del carcere Petrusa di Agrigento, dove il Tribunale presieduto da Luisa Turco – a latere Francesco Paolo Pizzo ed Ermelinda Marfia – sta celebrando il processo (rito ordinario) “Nuova Cupola”, è stato interrogato il tenente colonnello Salvatore Leotta, ex comandante del Reparto operativo dei carabinieri e attualmente in Cile dove svolge l’incarico di “ufficiale di collegamento”. L’ufficiale pur se non direttamente coinvolto nelle indagini che portò al blitz con cinquanta arresti, di fatto compiute da personale della Polizia di Stato, ha tuttavia narrato circostanze importanti soprattutto con riferimento a “Ninu u cani”, questo il soprannome di Antonino Gagliano, classe 1972, di Siculiana, uno dei personaggi chiave dell’inchiesta antimafia. Gagliano, nel processo celebrato con il rito abbreviato è stato condannato a 10 anni e 8 mesi con l’accusa di essere il capo della famiglia mafiosa di Siculiana. Il col. Leotta, in pratica, ha rivelato che la figura del siculianese cominciò ad emergere nel contesto delle indagini sul delitto del commerciante Amedeo Tolentino, 37 anni, di Siculiana, titolare di un supermercato, trovato ucciso nella sua auto carbonizzata il 7 luglio del 2009, alle porte di Sciacca. Nell’ambito di queste indagini, Gagliano emergeva sempre più come personaggio di rispetto al quale molti si rivolgevano anche pe sanare contrasti. Sulle indagini relative al delitto Tolentino, il col, Leotta ha sorvolato. Nove gli imputati di questo troncone; Ettore Allegro, 50 anni, di Caltanissetta; del favarese Carmelo Vetro, 28 anni; degli agrigentini Pietro Capraro, 34 anni; e Gaetano Licata, 30 anni; degli empedoclini Bruno Pagliaro, 23 anni; Maurizio Romeo, 43 anni; Gerlando Russo, 40 anni; e Salvatore Romeo, 53 anni; e del palermitano Gianfranco Taranto, 63 anni. Il processo è stato aggiornato al prossimo 17 aprile.