Grandangolo – il giornale di Agrigento – diretto da Franco Castaldo, nel numero 2 domani in edicola si occupa, e lo fa con minuziosità, di un a vicenda brutale. Il pestaggio, nono episodio di violenza compiuta in meno di due anni, subito da un giovane studente, minorenne di Sciacca. E la ricostruzione parte da questa notizia, ormai nota: i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Sciacca, all’esito di una complessa attività investigativa coordinata dalla locale Procura della Repubblica finalizzata all’individuazione dei responsabili della brutale aggressione subita la notte del 19 maggio 2013 da uno studente diciassettenne di Sciacca, hanno eseguito sei ordinanze cautelari, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale, Roberta Nodari, su richiesta della Procura, per effetto delle quali altrettanti giovani poco più che ventenni sono stati sottoposti alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari. L’aggressione, maturata per futili motivi legati al sentimento di gelosia nutrito da uno dei giovani arrestati, si è concretizzata in una vera e propria spedizione punitiva, che ha coinvolto almeno dieci-quindici ragazzi, i quali, dopo averla rincorsa per le strade del centro storico, hanno sottoposto ad un vero e proprio pestaggio la giovane vittima che, nella circostanza, riportava molteplici escoriazioni, ferite lacero contuse e traumi su varie parti del corpo. I sei ragazzi Alessandro Galluzzo, 19 anni, detto “Pilu russu”; Calogero Danilo Termine, 22 anni, detto “bastardino”; Vincenzo Bono, 19 anni, detto “sfera”; Giovanni Cocchiara, 19 anni; Mirko Visita, 20 anni e Giuseppe Ciancimino, 21 anni, tutti originari di Sciacca, dopo le formalità di rito, sono stati tradotti presso le rispettive abitazioni in regime di arresti domiciliari.
Nulla di nuovo sotto il sole, sembrava a prima vista una notizia di poco conto, quasi routine. Il “branco” che aggredisce un malcapitato. Invece, non è così. Se quanto vi stiamo per raccontare non fosse contenuto in un provvedimento giudiziario avremmo avuto serie difficoltà a credere che sia potuto accadere qualcosa di simile. Invece è solo realtà: brutale ed agghiacciante.
Un minore, aggredito e pestato. Vivo per miracolo. Si è salvato perché si è finto morto. Questo nell’ultimo episodio di violenza. Ma nel giro di meno di due anni la persecuzione è stata costante. Almeno nove episodi, uno dei quali, l’aggressione persino a scuola con la vittima che si è rifugiata nell’aula – laboratorio ed ha chiamato la Polizia. I dettagli sull’edizione cartacea del giornale.