Capitano mio capitano! - Si segga immediatamente signor Perry!
Impossibile ormai dimenticare questo celebre dialogo che fa da incipit alla lunga sequenza d’addio del professor Keating che si chiude alla fine con quel “grazie, figlioli, grazie” detto da Robin Williams ne “L’attimo fuggente” del 1989. E riesce anche impossibile o tremendamente problematico svolgere la trama dei perché di questa scelta di morte di un attore che aveva accettato, anni fa, l’incarico del governo degli Stati Uniti per recarsi a “risollevare il morale delle truppe americane sparse nel mondo”. Facile oggi dire che l’attore che aveva regalato un sorriso al mondo non ha fatto in tempo a regalare un sorriso a se stesso. Sarà per questo che in queste ore il web impazza e ribolle? Si troveranno tante risposte e l’unica, forse, alla quale non sapremo granchè rispondere sarà quella sul “male di vivere”. A confrontare i temi della filmografia di Williams, le sue celebri frasi, la testimonianza di vita dell’attore che perfino regalò mezzo milione di dollari all’amico di sempre Cristopher Reeves (Super man) diventato paraplegico per un incidente, ogni argomentazione sembra contraddittoria e vana. Le ultime notizie di cronaca ci dicono che Williams era depresso e che era uscito da diversi cicli di disintossicazione da droghe e alcol. Anche qui che vale ripetere che un uomo carico di gloria popolare e di fans sparsi in tutto il mondo è morto solo e che soli non ci si salva? Aveva ragione il professor Keating (Robin Williams in “L’attimo Fuggente”) quando diceva: ”Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi, è da sempre così e così sarà per sempre”. E aveva ragione quando nel rispondere al signor Perry, l’alunno che lo incoronerà “capitano” e che era afflitto da pene d’amore, chiariva, da impenitente sornione che “il linguaggio si è sviluppato con uno scopo e cioè di rimorchiare le donne”.
C’è da elaborare tutta una summa, un trattato delle ragioni che ci ha regalato il professor Robin Williams nel suo film capolavoro e che a grandi falcate vorremo ricordare.
“Vivi la tua vita intensamente prima che tutto finisca… perchè dopo saremo cibo per i vermi e concime per i fiori…
“Non leggiamo e scriviamo poesie perchè è carino, noi leggiamo e scriviamo poesie perchè siamo membri della razza umana.. e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria, sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento… ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita”.
“O vergine cogli l’attimo che fugge, cogli la rosa quando è il momento che il tempo lo sai, vola. E lo stesso fiore che sboccia oggi, domani appassirà”.
“Offuscate tutte le stelle, perché non le vuole più nessuno. Buttate via la luna, tirate giù il sole, svuotate gli oceani e abbattete gli alberi, perché da questo momento niente servirà più a niente”. (Versi del poeta Auden che poi troveremo nel film “Quattro matrimoni e un funerale”.
“Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo”.
“Succhiare il midollo della vita non significa strozzarsi con l’osso, c’è un tempo per il coraggio ed un tempo per la cautela ed il vero uomo sa come distinguerli”.
L’alunno Todd: La verità è una coperta che ti lascia scoperti i piedi.
Dei due sentieri scelsi il meno battuto per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto.
Carpe diem, cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita. (Che fa il paio con l’incitamento di Steve Jobs :Siate pazzi e affamati)
Cogli l’attimo, cogli la rosa quand’è il momento”. Perché il poeta usa questi versi? [...] Perché siamo cibo per i vermi, ragazzi. Perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza un giorno smetterà di respirare: diventerà freddo e morirà. Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato: li avrete visti mille volte, ma non credo che li abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero? Stesso taglio di capelli… pieni di ormoni come voi… e invincibili, come vi sentite voi… Il mondo è la loro ostrica, pensano di esser destinati a grandi cose come molti di voi. I loro occhi sono pieni di speranza: proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché vedete, questi ragazzi ora sono concime per i fiori. Ma se ascoltate con attenzione li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi! Ascoltate! Sentite? “Carpe”, “Carpe diem”, “Cogliete l’attimo, ragazzi”, “Rendete straordinaria la vostra vita”!
Per la prima volta in vita mia, so che cosa voglio fare! E per la prima volta, ho intenzione di farlo! Che mio padre sia d’accordo o no! Carpe diem! (Frase dell’alunno Neil che ne L’attimo fuggente si suiciderà dopo che il padre gli aveva impedito di fare teatro).
Per chiudere questo ricordo di Robin Williams forse ci può aiutare a capire il suo gesto una frase tratta ancora dell’immenso florilegio che ci offre il film di Peter Weir:”Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! E’ proprio quando credete di saper qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva”.