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Agrigento, dimissioni Trupia: ”Non me la sento più di rappresentare questo Consiglio comunale”

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L'ex presidente Trupia intervistato da Diego RomeoL'ex presidente Aurelio Trupia intervistato da Diego RomeoConferenza stampa del dimissionario presidente del Consiglio comunale Aurelio Trupia che riserva ancora altre sorprese. Non solo motivazioni personali emergono nell’incontro che abbiamo avuto subito dopo la conferenza ma severe motivazioni politiche che coinvolgono ovviamente i consiglieri comunali e tutto quanto di incerto aleggia sulla loro presenza in Aula dei Giganti.

“Le mie dimissioni erano basate su motivazioni personali e non volevano arrivare ad una conferenza stampa.  Ci arrivo perché ho letto delle dichiarazioni su motivazioni che io non avevo dato di presunti contrasti con il dirigente”.

Letti dove?

“Letti su comunicati web. Avevo solo fatto una intervista al quotidiano La Sicilia dove avevo detto le mie motivazioni mentre altri le hanno interpretato in maniera diversa. Quindi mi è sembrato giusto anche convocare questa conferenza stampa. Le motivazioni hanno, come ha detto lei, una natura politica, motivazioni che sono state ponderate, vagliate, non sono state un momento di raptus. Hanno trovato il culmine nella seduta di martedì scorso e hanno fatto maturare in me l’idea che non posso più rappresentare questo Consiglio comunale né tantomeno essere rappresentato da questo Consiglio comunale. Però voglio che ci siano dei distinguo perché in Consiglio comunale c’è gente perbene, c’è gente preparata che si spende per la città. Questo bisogna dirlo, solo che c’è qualche frangia e poiché il presidente rappresenta tutti, io mi smarco perché non riesco a rappresentare tutti. Ci sono stati momenti in questi due anni in cui ho difeso tutto il Consiglio comunale, ma oggi  non mi sento più di difenderlo perché i consiglieri quando sono in Consiglio comunale, quando c’è un argomento si dibatte e alla fine si vota, non si esce fuori dall’aula, ognuno si deve assumere le proprie responsabilità di fronte alla città. Consiglieri non si diventa per sorteggio, si diventa perché ognuno di noi ha la volontà di diventare consigliere. Nel momento in cui  tu sei in aula ti devi assumere le tue responsabilità, non si esce dall’aula. Sino a quando c’era l’amministrazione l’uscita dall’aula io la potevo interpretare come un gesto politico, ma dal momento in cui si fa una conferenza di capigruppo all’indomani delle dimissioni del sindaco, si dice di compattarci e di essere più responsabili e poi  si scioglie la seduta perché manca il numero legale e al momento di votare non ci sono i numeri, allora non ci sto più a questo gioco”.

Quindi con le sue dimissioni si chiude un ciclo politico per Agrigento. Si mette una pietra tombale su tutto?

“Sicuramente si, anzi nella conferenza stampa mi sono spinto oltre e cosa dico ai miei colleghi consiglieri? Dico che ci sono dei punti importanti, strategici sia per il bilancio comunale che per le tasche della città. Mi riferisco al regolamento  Tasi, Imu alle rispettive aliquote, al consuntivo 2013 e alla scelta per quanto riguarda la gestione della raccolta della spazzatura. Il messaggio che lancio è questo: occupiamoci di questi punti, esitiamoli dopo di che ci dimettiamo, perché non abbiamo più alcun motivo di stare in Consiglio comunale, perché poi cosa ci resta da fare? Approvare i debiti fuori bilancio? Ne abbiamo approvati una marea durante questi due anni. Atti di indirizzo e mozioni? Ne abbiamo fatte altrettanto e sono rimasti inesitati nei cassetti dell’amministrazione e della dirigenza. Che ci stiamo a fare? Io ho detto che esitati questi sei punti, io mi dimetto da consigliere a prescindere da quello che faranno i miei colleghi”.

Responsabilmente cosa è possibile prevedere per i destini di questa città?

“Mi auguro che questo periodo così difficile e buio possa concludersi nel più breve tempo possibile. La conclusione logicamente è nelle elezioni e quindi dare un nuovo volto politico alla città con una nuova guida politica nella speranza che questa abbia  più lungimiranza della precedente. Se noi ci troviamo nella situazione attuale mi permetto di dire che molte sono le colpe che provengono dal passato, spero in chi verrà dopo di noi, voglio dire anche per sgombrare il campo ad ogni retro-pensiero che la mia  azione non è finalizzata a niente, io non mi candido né come consigliere né come sindaco. E’ una scelta libera e responsabile e sempre a disposizione per quanto riguarda il bene della città che era stato l’unico motivo per cui mi ero candidato”.


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