Trent’anni di reclusione per Antonino Baio, l’imprenditore favarese, accusato dell’omicidio del compaesano Salvatore Palumbo Piccionello, re delle sale slot nella Provincia di Agrigento, a colpi di pistola la sera del 28 Novembre del 2012. La sentenza è stata emessa poco fa dal Gup del Tribunale di Agrigento, Francesco Provenzano che ha così praticamente ha accolto quasi tutte le richieste di Salvatore Vella, pubblico ministero del Tribunale di Agrigento che aveva, tuttavia, ha chiesto l’ergastolo. Ed a conti fatti, ergastolo è stato se si tiene conto della riduzione della pena per la scelta del rito. Per Baio sono scattate anche alcune pene accessorie: confisca dell’arma e delle munizioni, interdizione perpetua dai pubblici uffici, pagamento di una provvisionale di 80 mila euro per ognuna delle parti civili (sono sei) in attesa del giudizio civile promosso in separata sede per il ristoro dei danni. Antonio Baio, imprenditore di Favara di 73 anni, era stato scarcerato recentemente (era in cella dal 28 novembre 2012), dal Gup Provenzano che aveva imposto l’obbligo di dimora a Caltanissetta. L’imputato aveva confessato il delitto originato da una banale storia di ripicche e false accuse che avevano indotto l’omicida a pensare di essere stato etichettato come un infame dalla vittima. Un oltraggio che Baio ha lavato con il sangue. I familiari di Calogero Palumbo Piccionello sono stati rappresentati dagli avvocati Antonino e Vincenza Gaziano e Gaetano Airò mentre Baio è stato rappresentato dagli avvocati Salvatore Russello e Antonio Mormino.